Le Panatenee erano le feste dell’unione attica nel culto di “Atena Poliade”. Il nome significava, infatti, non solo “festa in onore di Panatena”, ma anche “festa celebrata da tutti gli ateniesi”. Si tenevano il giorno della nascita della dea, il 28 del mese di Ecatombeone, corrispondente alla fine del mese di luglio e vi partecipavano tutti i cittadini liberi, comprese le donne.
La tradizione parla di un eroe mitico, Erechtheus, che avrebbe dedicato una statua lignea di Atena alla città di cui la dea era patrona, a ricordo della vittoria di questa sul gigante Asterio. In questa occasione avrebbe dato origine alla festa. Altri parlano di Teseo come del fondatore delle Panatenee, quando egli riunì le città attiche, per cui la festa avrebbe significato un punto di unione tangibile tra di esse.
Queste feste sarebbero state ripristinate nel 566 a.C. dall’Arconte Ippocleide, a seguito dello sviluppo in Grecia dei culti agonistici. Si distinguevano le “Piccole Panatenee”, annuali, dalle “Grandi Panatenee”, quadriennali, nel terzo anno di ogni Olimpiade, sempre a luglio.
Le solennità, i giochi, i divertimenti delle Panatenee consistevano in ricchi sacrifici di tori, corse a piedi, a cavallo, con il carro, gare di ginnastica e concorsi musicali, e la “Lampadephoria”; rapsodisti recitavano i poemi di Omero e altri poeti epici con filosofi disputavano fra loro; si tenevano scontri di galli, e il popolo si lasciava andare in vari divertimenti. Il premio in questi concorsi era un vaso (Amphoreis Panathenaikoi) con l’olio dell’antico e sacro olivo di Athena sull’Acropoli.
La Processione Panatenaica portava il dono di un peplo tessuto dalle ateniesi nobili (Ergastìne) e ricamato con episodi della Gigantomachia. Si radunava all’alba nei pressi della porta del Dipylon, attraversava l’agorà e giungeva all’Acropolioli, dove potevano entrare solo i cittadini ateniesi. Squilli di tromba annunciavano l’inizio della cerimonia. La processione passava quindi davanti al Partenone e si fermava al grande altare di Atena.
Il rito comprendeva sacrifici, tra cui un’Ecatombe, cerimonia sacra caratterizzata dall’uccisione di animali offerti in sacrificio alla divinità.