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EDIFICIO III/TEMPIO – FASE FM 4-6 (710 – 500)

Questo tempio rappresenta probabilmente la struttura sacra più importante e monumentale costruita sull’acropoli in età greca. Esso sorgeva lungo il settore occidentale nell’area più elevata del terrazzo, all’interno di uno spazio rettangolare caratterizzato da affioramenti rocciosi in parte regolarizzati dall’attività dell’uomo. L’area in quanto esposta all’erosione di tipo meteorica presenta una stratigrafia di frequentazione antica notevolmente ridotta, aggravata anche dalla realizzazione di una carbonaia in età moderna nel suo settore orientale che ne ha ulteriormente compromesso la stratigrafia. Le evidenze archeologiche riconosciute a seguito degli scavi della Stoop e delle ricerche della Kleibrink e della Soprintendenza, hanno accertato la presenza di un tempio caratterizzato da almeno due fasi costruttive. La prima (fase III a – 710 – 625 a.C.) costituita da un edificio rettangolare (14,00 x 7,50 m.), orientato E-O, composto da un vano principale e da una sorta di prónaos prostilo (3,30 x 8,00 m.), caratterizzato da 4 grandi buche entro cui sono stati alloggiati pali robusti in legno. La cella presenta tre filari di fori dentro uno spazio ampio rettangolare suddiviso in quattro navate interne che sostenevano un tetto a margini spioventi sui lati lunghi. Il tempio III, forse a causa della sua vicinanza all’altare del tempio V, non presenta una zona chiaramente definita a questo scopo, sebbene la Stoop segnali la presenza di ossa di animali bruciate nella zona est dell’edificio.

Ricostruzione del tempio ligneo III a (da Kleibrink 2010 p. 92, fig. 121a).

Successivamente (III b fase 6 –  625 – 500 a.C.) il tempio venne ristrutturato con la rimozione dei pali perimetrali e la costruzione di muri in pietre sbozzate alloggiate lungo la linea delle buche e su piani di fondazione scavati sulla roccia calcarea. Le dimensioni della struttura sono di m 7,50 x 22 con il prónaos che in questa fase viene raddoppiato assumendo una pianta quasi quadrata. L’orientamento di questa struttura è lievemente obliquo rispetto al tempio di legno. L’ingresso non è chiaro se rimanga su lato est o se si aprisse su quello meridionale. La funzione di residenza della divinità ed il fatto che nessuno tranne le sacerdotesse accedesse al tempio, lasciano ipotizzare, malgrado le evidenze non lo dimostrino, che l’ingresso fosse ancora ad est. Tra i materiali del VI secolo a.C. rinvenuti negli scavi si segnalano due alabastra corinzi e varie hydriskai trovate allineate lungo il muro orientale, mentre per il V sec. a.C. una lucerna ed alcuni frammenti ceramici a figure rosse. Riguardo alle tegole rinvenute sull’acropoli non si è certi a quale dei templi essi possano essere attribuiti, mentre per gli elementi architettonici alcuni fregi in terracotta dipinta, studiati dal Mertens, che ornavano le travi dei templi di Francavilla, sono stati attribuiti dalla Kleibrink uno al tempio IIIb ed uno al tempio II.

L’alterazione del tempo e gli sconvolgimenti operati nei secoli da vari interventi, unitamente alla mancanza di stratigrafia e di rinvenimenti in giacitura primaria rendono difficile una lettura di questa parte dell’acropoli per i secoli successivi. Tuttavia la preminenza della posizione nella topografia dell’acropoli suggerisce che altre fasi e momenti della storia del sito abbiano potuto interessare ancora quest’area fino al V sec. a.C.

Pianta del tempio III B – in marrone la fondazione in pietra del sec. VI a.C. (da Kleibrink 2010, p.124, fig. 171)
(da Kleibrink 2010 p. 115, fig. 155).